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ARBITRI DI CALCIO MALTRATTATI: E NON SOLO VERBALMENTE L'Avvocato risponde 

ARBITRI DI CALCIO MALTRATTATI: E NON SOLO VERBALMENTE

Con l’avvocato Simone Labonia commentiamo con raccapriccio la notizia del giovane arbitro assalito dal genitore di un giocatore, per gesto di giustizia sommaria! Gravi conseguenze fisiche.
La normativa specifica.

Le lesioni personali sono reati previsti dal Codice Penale italiano e si verificano quando un soggetto provoca un danno fisico o psicologico a un’altra persona. L’articolo 582 c.p. disciplina le lesioni personali, distinguendole tra lievi, gravi e gravissime, in base alla durata della malattia o dell’indebolimento permanente di un organo o di una funzione.

Un’ipotesi rilevante nel contesto delle lesioni personali è l’aggravante dei futili motivi, prevista dall’articolo 61, n.1 c.p.. Si tratta di una circostanza che aumenta la pena quando il reato è commesso per una ragione talmente banale o sproporzionata da rendere l’azione ancora più riprovevole.

L’aggravante si applica, ad esempio, nei casi in cui una persona colpisca un’altra per un semplice diverbio verbale, per questioni di poco conto o per una banale provocazione. L’aggravante porta a un aumento della pena e viene valutata dal giudice caso per caso.

L’ambito sportivo, pur essendo regolato da norme che disciplinano il fair play e la sicurezza, può diventare il contesto di episodi di violenza. È fondamentale distinguere tra azioni di gioco – che rientrano nella normale attività sportiva – e comportamenti dolosi o colposi che danno luogo a responsabilità penale.

In ambito sportivo, si possono configurare reati di lesioni personali aggravate, ad esempio:

Colpi volontari tra atleti, al di fuori dell’azione di gioco (ad es. una testata o un pugno a gioco fermo).

Aggressioni sugli spalti, tra tifosi o tra un atleta e un altro soggetto (arbitri, tecnici, pubblico).

Violenza tra allenatori o dirigenti, come accaduto in alcuni episodi di cronaca.

La giurisprudenza ha stabilito che, affinché un’azione violenta sia punibile penalmente, essa deve eccedere i limiti del rischio accettato nello sport. Se un atleta compie un gesto pericoloso oltre la normale dinamica di gioco, può essere chiamato a rispondere penalmente.

A seconda della gravità delle lesioni, il Codice Penale prevede diverse pene:

Lesioni lievi (fino a 20 giorni di prognosi): reclusione fino a 6 mesi o multa fino a 309 euro.

Lesioni gravi (malattia superiore a 40 giorni, indebolimento permanente): reclusione da 3 a 7 anni.

Lesioni gravissime (perdita di un senso o di un organo): reclusione da 6 a 12 anni.

Se le lesioni derivano da futili motivi o si verificano in un contesto sportivo con dolo manifesto, l’aggravante può comportare un inasprimento della pena.

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